martedì 2 settembre 2008

La postfazione di Alessandro Quasimodo a Remo contro

Voglio ringraziare Alessandro Quasimodo per il regalo che mi ha voluto fare.

Ecco un estratto dalla postfazione a Remo contro:

"Questa è la storia della ricerca di una rima per Remo, che imprima stabilmente identità e senso a un’esistenza fluttuante nel tempo e nello spazio.
Quando il racconto ha inizio, Remo si trova in una situazione di equilibrio instabile: si lascia scorrere addosso gli avvenimenti, si lascia vivere, ma dentro di sé prova una congenita, fortissima insoddisfazione, un senso di non appartenenza.
Un animale in gabbia, così è Remo. Vorrebbe permettersi di essere libero, di non scegliere, ma la società lo obbliga a stare chiuso dentro al recinto della routine subita, e fuori dalla vera vita vissuta.
Vorrebbe scappare e invece è in gabbia tre volte: sta in coppia, ma per un equivoco. Lavora, ma senza passione. È figlio, ma di un padre ostile che non sembra capace di accettarlo.
Le sbarre dietro cui si è abituato a vivere, a causa di una sorta di silenzio-assenso, diventano improvvisamente evidenti e vincolanti in maniera insopportabile… e Remo decide diabbatterle.
Inizia a remare, dà un’accelerata alla corsa sul fiume della sua vita di trentenne: attraverso scontri, fughe, inseguimenti e ritrovamenti, si snoda un percorso in più direzioni. Abbandona il passato, il presente, si lascia spingere dalla forza di un sentimento passionale, istintivo, irresistibile, e con entusiasmo cieco si butta nell’esperienza dell’amore totalizzante, che contiene in sé tutti i toni, dal meraviglioso al tragico. Remo si fa guidare dalle emozioni: non ha un obiettivo, un ideale, se non quello di dare senso all’istante..."

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